giovedì 13 febbraio 2014

Dall'alto del promontorio nord - Lost Odyssey

I ricordi fanno di te quello che sei, ti fanno sentire vivo, ti fanno appartenere ad un luogo, un mondo che potrebbe essere la Terra sulla quale cammini od il cuore di qualcuno che ami, una persona che ha lasciato il segno sul tuo percorso.
Una ventata di petali bianchi accarezza il volto di Kaim, seduto in mezzo ai fiori sotto ad un cielo plumbeo, trafitto dai raggi del sole. Onde imponenti rovinano sulle rocce del promontorio ancora e ancora, creando un senso di pace e quietezza in Kaim, cercato a lungo negli ultimi tempi...
... un'altra ventata agita i suoi lunghi capelli...
... più di mille anni di gioia, amore, dolore, devastazione...
... che cos'era rimasto di tutto questo? Che cosa ha costretto Kaim ad iniziare questo viaggio infinito, da città a città, battaglia dopo battaglia?...
... quante cose ha visto, quante nascite e morti, quante guerre, quanto sangue...
... per cosa?
Queste sono solo alcune delle domande alle quali Kaim non sapeva dare risposta: -"Essere immortali non è così bello come si possa pensare"- pensò Kaim -"È vero, hai tutto il tempo che vuoi per fare qualsiasi cosa, ti svegli ogni mattina con qualcosa di nuovo da fare o scoprire, nuove persone da conoscere, ma che cosa stai lasciando dietro te stesso? Che cosa ti aspetta più avanti?"-.
Imprigionato nella vita, Kaim ha visto tante nascite ma anche tante morti, due concetti difficili da comprendere per un immortale: -"Vivi così a lungo che dimentichi le tue origini, perdi la tua identità, non appartieni a nessun gruppo, e ti ritrovi a vagare per un mondo che pian piano diviene ostile e sconosciuto, e non c'è più un traguardo, né inizio né fine, mai. È quindi vero che una vita corta sia migliore?"-.
Kaim non tentò neanche di trovare una risposta a quest'ultima domanda: -"Sono un immortale, non ho modo né motivo di oppormi a tutto questo"-.
Improvvisamente inizia a piovere, Kaim si bagna completamente in poco tempo, ma rimane seduto in mezzo ai fiori...
... le gocce d'acqua scorrono sulle guance di Kaim e cadono sul terreno fertile del promontorio...
... l'uomo stende il braccio, lentamente apre la mano per richiuderla all'improvviso, come se volesse afferrare qualcosa...
... alza gli occhi al cielo... le lacrime iniziano a scorrere...
-"Non ho potere sulla mia stessa vita o morte, ma finalmente ho compreso... è vero, non posso lasciare nulla ai posteri e non posso nemmeno sperare di creare qualcosa di importante per me o per gli altri, ma ricordo, sento dentro di me tutto quello che è successo, sento gridare, sento risate, sento il calore e i brividi... posso rivivere tutto tramite i ricordi, sono testimone di più di un anno di eventi. Vivo attraverso i ricordi, vivo per essi, e finalmente ne sono felice"-.
La pioggia cessa improvvisamente, e sembra che il cielo sia in procinto di aprirsi e rivelare un intenso e profondo blu.
È tempo per Kaim di tornare a casa, dalla sua amata Sara e dai nipoti Cooke e Mach:-" Continuerò a vivere, senza rimpianti, senza pensare troppo al futuro, niente più sofferenza; voglio solo che tu sappia che sarai per sempre nel mio cuore, sei immortale nei miei ricordi così come io lo sono... ti voglio bene"-.
Kaim si alza e si incammina verso casa... molto lontano, verso l'orizzonte, lo spirito di Lirum danza e volteggia, libero e spensierato attraverso le onde del mare.

L'ultimo sogno di Kaim, ideato da me ed ispirato ai sogni scritti nella raccolta "Mille anni di sogni" di Kiyoshi Shigematsu.

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